L’esperienza di chi, quotidianamente, si impegna per il prossimo e per la cittadinanza. Per poter rappresentare al meglio il proprio territorio bisogna saper ascoltare le persone e tramutare in atti concreti le soluzioni che migliorino la vita di tutti i giorni. Passo dopo passo.
Negli anni la figura del Consigliere Circoscrizionale prima e Territoriale poi ha visto riconosciuta la propria importanza nel coadiuvare l’Amministrazione Comunale ad affrontare le tematiche del vivere civile mettendo in evidenza le esigenze dei cittadini, le loro necessità e le eventuali proposte di soluzioni.
A Ravenna l’esperienza dei Consigli Circoscrizionali ha avuto una storia molto importante, fondamentale data la vastità del nostro territorio. Per amministrare bene questa città è necessaria la presenza di organi decentrati che possano avere occhi e orecchie sulle questioni pratiche del quotidiano e sui problemi del proprio quartiere. Che sappiano cogliere le esigenze dei cittadini, le loro necessità e quali potrebbero essere le soluzioni proposte da chi, ogni giorno, affronta le tematiche del vivere civile.
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Vivo nel mondo del volontariato fin dalla giovane età. Pur consapevole che le responsabilità e le attività dei Consigli Territoriali siano molto limitate, ho deciso di mettere a disposizione il mio tempo e le mie conoscenze anche nella politica, promuovendo i temi legati al mondo del sociale, della solidarietà e della prossimità, che a suo tempo le Circoscrizioni stesse seguivano e che, a mio parere, devono tornare ad essere al centro dell’impegno civico.
Questa è la zona in cui sono nato, cresciuto e nella quale ho deciso di rimanere, anche se le esperienze lavorative avrebbero potuto portarmi altrove. È dove ho svolto le prime attività di volontariato in parrocchia, dove ho conosciuto tutte quelle persone con cui ancora oggi sono legato e dove ho incontrato mia moglie.
Mi candido come punto di riferimento e di collegamento con l’amministrazione comunale per chi abita e lavora in questa zona, per dare il mio contributo affinché sia sempre più gratificante abitare nei nostri quartieri, nella nostra città e nell’intero territorio romagnolo che, nel nostro piccolo, rappresentiamo.




Nel quartiere San Giuseppe è in atto una grande riqualificazione urbanistica che prevederà, oltre a case e servizi, anche alloggi per studenti, verde pubblico, impianti sportivi, una residenza per anziani, piste ciclabili con relativo sottopassaggio, nuove strade. Queste opere saranno fondamentali per il quartiere, che avrà al suo interno una sorta di cittadella universitaria, sarà quindi fondamentale monitorare la realizzazione del progetto in modo da garantire la piena vivibilità del quartiere, la sicurezza negli spostamenti all’interno dello stesso e gli adeguati collegamenti con il resto della città (anche analizzando l’offerta e la domanda dei mezzi pubblici nelle diverse giornate).
Su quest’ultimo tema analoga attenzione va prestata a Fornace Zarattini, zona che ha già vissuto l’espansione urbanistica, ma nella quale occorre continuare il lavoro fatto fino ad oggi sulle piste ciclabili, per portarlo a compimento affinché sia garantita la sicurezza di biciclette e pedoni.
Nella zona di via Faentina, via Maggiore e nel quartiere Nullo Baldini su proposta dei residenti è stata avviata due anni fa una sperimentazione legata alla modifica della viabilità. Occorre quindi finalizzare questo nuovo assetto, che ha come scopo quello di garantire la sicurezza di chi ci abita.
Considerazioni sulla viabilità e sullo stato del manto stradale andrebbero valutate anche nella zona comunemente denominata “San Biagio Vecchia” [via Dantona / via Portone], in quanto il suo assetto strutturale e le sue strade strette, causano problemi legati alla sicurezza dei residenti, soprattutto in merito all’accesso dei mezzi di soccorso (aspetto che ho potuto affrontare in prima persona). Il tema della tutela dei pedoni e delle biciclette riguarda anche la zona di San Biagio, ove occorre terminare il rifacimento dei marciapiedi.
Entrando in Centro Storico occorre avviare un momento serio di riflessione e di confronto relativo alla presenza sempre più alta di furgoncini legati principalmente al mondo delle consegne a domicilio. Un tema delicato, da calibrare sulle esigenze, da valutare ed eventualmente regolamentare (sono già state avanzate proposte legate alle fasce orarie o alla creazione di un hub di scambio su mezzi elettrici).
La pandemia ci ha fatto scoprire un nuovo modo di vivere il Centro Storico. Un’animazione generata anche dalla maggior occupazione di spazi esterni da parte di bar e ristoranti che ci ha fatto respirare il clima di una grande e viva città. Plauso all’Amministrazione per l’esenzione della tassa di occupazione del suolo pubblico, ma occorrerebbe consolidare ora il tutto, affinché i luoghi di commercio e di ristorazione siano il motore trainante del nostro piccolo gioiello, pur custodendo e valorizzando la struttura urbanistica, artistica e architetturale.
Ma il Centro ha anche tantissimi anziani che vivono il dramma della solitudine: il mio sogno è quello di veder nascere un’attenzione sociale di prossimità per dare supporto alle fragilità ed intercettare precocemente forme di disagio. In che modo? Con reti di vicinanza e di attenzione, reti di sostegno naturale tra i vicini di casa, volontari di quartiere, terzo settore, parrocchie, … coinvolgendo e valorizzando commercianti e artigiani affinché diventino “esercizi di prossimità” offrendo anche servizi a domicilio. L’esperienza di Ravenna Solidale ha dimostrato ancora una volta che i ravennati sono solidali e generosi nel momento del bisogno, e occorre quindi impegnarsi anche verso i nostri anziani che sono la nostra memoria.
Ultimo punto, non per importanza, è quello dei microprogetti (sui quali sono impegnato in prima linea) culturali e formativi che coinvolgono centinaia di bambini, ragazzi e adolescenti sulle tematiche più disparate: bullismo, cyberbullismo, disturbi alimentari, adolescenza, educativa di strada, storia, educazione ambientale, conoscenza degli spazi verdi, musica, teatro, progetti di volontariato e cittadinanza attiva in favore della comunità (le cosiddette “magliette gialle”), … Il lavoro degli operatori culturali di territorio è sensibile, concreto, efficace: la nostra area ha ben tre istituti comprensivi, forse con il numero più alto di studenti rispetto alle altre singole aree territoriali. Sarebbe quindi opportuno ottenere un aumento del budget dedicato a questi progetti affinché i nostri giovani possano crescere diventando cittadine e cittadini consapevoli e attivi.
Trasversalmente, a sostegno delle necessità dei diversi quartieri va scientemente promossa e praticata la “cultura della manutenzione” sia di strade, marciapiedi, segnaletica e infrastrutture, ma anche di progetti legati alla cultura, al sociale e alla coscienza civile: un’attività noiosa e poco visibile, ma che senso ha fare cose bellissime se poi non vengono manutenute?
Ritengo quindi fondamentale la partecipazione, la convocazione di assemblee pubbliche per poter ascoltare le proposte, le problematiche, le necessità in ogni singola zona della città affinché il coinvolgimento attivo di chi abita e lavora nella nostra zona diventi realtà.