Associazioni di promozione sociale e organizzazioni di volontariato sono numerose e attive nel territorio. È necessario sostenerle con una rete strutturata, mappare le realtà che operano in questo comparto e collaborare con loro in maniera organizzata.
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Il nostro territorio, fortunatamente, è florido di organizzazioni di volontariato e di associazioni di promozione sociale inserite nel tessuto sociale. Volontari, ma anche professionisti che lavorano in questo ambito, votati al servizio verso il prossimo in risposta alle esigenze della popolazione. Occorre quindi riflettere su come l’Amministrazione Comunale possa continuare a supportare questo insieme di cittadini attivi, sostenitori del protagonismo civico, per consolidare quella coscienza civile fondamentale per la tutela delle comunità.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a significativi cambiamenti socio-demografici che stanno portando all’attenzione bisogni nuovi: la risposta non può che essere la valorizzazione del “welfare di comunità” condiviso, all’interno del quale le esperienze associative del territorio, di cittadinanza attiva e di partecipazione civica devono essere valorizzate e supportate.
La linea di indirizzo del Codice del Terzo Settore è quella relativa alla co-programmazione e alla co-progettazione, con esperienze e buone pratiche sempre più consolidate che stanno pian piano trasformando gli enti del Terzo Settore da singole realtà chiuse in sé stesse a nodi di una rete integrata, basata sulla collaborazione e non sulla competizione. A questo si aggiungono le Istituzioni, che da semplici committenti diventano promotrici di queste reti. È quindi diventata imprescindibile la collaborazione tra questi due attori: la sfida per il prossimo futuro è la costruzione di policy condivise in un processo di evoluzione di tutti i paradigmi con il fine unico di individuare i fabbisogni socio-economici del territorio e dei servizi relativi che possono offrire le risposte necessarie. Gli Enti del Terzo Settore a loro volta possono offrire un aiuto qualificato nella lettura dei bisogni, sia dei singoli cittadini sia dell’intera comunità, grazie alla loro capillare presenza in ogni ambito.
L’Amministrazione dovrà favorire queste reti virtuose, proseguendo col lavoro fatto in questi anni, costituendo tavoli che interessino il mondo del terzo settore nelle varie forme (organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, imprese sociali, fondazioni, …) per mettere a sistema tutte le realtà – dalle più grandi a quelle più piccole, dalle più note a quelle meno visibili – che offrono una risposta alle esigenze della cittadinanza. Doppio fine sarà sia la valorizzazione delle stesse in linea con l’evoluzione dei bisogni, sia la maggior erogazione di servizi a beneficio della sfera sociale, coinvolgendo anche ulteriori portatori di interesse, come ad esempio l’Azienda sanitaria.
Questo lavoro porterebbe inoltre ad una mappatura di tutte le realtà che operano in questo comparto nel nostro Comune. Una sorta di presentazione di tutto il mondo del Terzo Settore affinché i cittadini possano trovare risposta alla volontà di offrire il proprio tempo al prossimo, ma anche fornire uno strumento ai cittadini stessi e alle istituzioni per trovare i servizi di cui vi è necessità, sempre in ottica di collaborazione e non di contrapposizione, al fine di ottimizzare le preziose risorse umane ed economiche. Infine, il mondo del volontariato attualmente sta vivendo una forte apprensione causata dal bando in corso per l’assegnazione del servizio di Centro di Servizi per il Volontariato per la Romagna, che andrebbe così a sostituire quelli singoli attualmente presenti nelle diverse province. Indipendentemente dall’esito di questa gara, alla quale partecipa anche il CSV di Ravenna, è fondamentale vigilare sul fatto che nonostante l’allargamento del territorio di competenza venga mantenuto un ruolo proattivo nei confronti delle associazioni e non vengano inficiati, bensì migliorati, i servizi offerti alle associazioni della nostra città affinché sia garantito il loro apporto nei diversi ambiti di competenza. Perdere un’Associazione significa perdere una fetta di servizi, che il pubblico non può garantire, alla popolazione più fragile.