Più in ritardo del solito, arriva la mia letterina di Natale.
Quest’anno per me il Natale è il giorno di chi non ha paura di cercare di sorridere davanti a qualsiasi cosa gli capiti davanti. Sorridere per fare forza a sè stessi e per fare forza a chi ci sta intorno.
Mons. Alberto Maria Careggio, Vescovo della diocesi di Ventimiglia-San Remo, conclude il suo messaggio augurale così: «Visto che la postmodernità non sa e non può guardare lontano, incomincio anch’io a relativizzare le mie idee, i miei grandi desideri, le mie iniziative. E mi metto a sorridere, non solo per bonaria comprensione della mia stoltezza, ma per quella dose di stupidità che mi disturba l’avvenire, mi preoccupa all’eccesso, mi rende schiavo di inutili progetti. Attirato dalla tenerezza che suscita quella statuetta, scopro che il sorriso è il tonico migliore di cui abbiamo particolarmente bisogno in questa società di disperati, senza peraltro misconoscere la gravità del momento presente. Siamo tutti stufi degli inganni che, con arte luciferina, attraversano i nostri mass-media. Vogliamo vivere, vogliamo cogliere la vita a piene mani e, per questo, non ci vorrebbe molto, qualora si mettesse più saggezza nello scoprire ciò che veramente conta, più onestà nella distribuzione delle ricchezze, più verità per guardare da quale parte stia il bene, più concretezza nel valutare le nostre personali risorse, più moderazione nei nostri desideri. Ma con tutto questo ci vorrebbe anche tanto sorriso, perchè è quello che, in fondo, ognuno di noi desidera, è sempre il segno della tenerezza, la presenza di un cuore che ama. Il cuore di Gesù sorride di questa luce divina. Per questo può diffondere in tutti la pace, la gioia, la speranza, la fiducia nella vita, anche di fronte alle situazioni più disperate e sconcertanti. Nel sorriso del Bambino Gesù, trovo il messaggio più bello del Natale.».
Così come è importante sorridere nelle difficoltà e nei conflitti, come ricordava Madre Teresa di Calcutta: «Non ricorriamo a bombe e cannoni per conquistare il mondo. Ricorriamo all’amoÂre e alla compassione. La pace inizia con un sorriÂso. Sorridete cinque volte al giorno a qualcuno cui in realtà non avreste la minima intenzione di sorridere. Fatelo per la pace. Irradiamo la pace di Dio e accendiamo in tal modo la Sua luce e spegniamo nel mondo e nei cuori di tutti gli uomini tutto l’oÂdio e l’amore del potere. Sorridiamoci a vicenda. Non è sempre facile. A volte ho difficoltà a sorriÂdere alla mia consorella, ma allora prego.».
Infine, Padre Frederick William Faber in “Il valore di un sorriso” ci ricorda che:
«Donare un sorriso
Rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Nè così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
Da sostegno nel lavoro
Ed segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove,
E nella tristezza è medicina.
E poi se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.».
Vi auguro (in ritardo) buon Natale e un anno pieno di sorrisi, sia da donare che da ricevere. Dopotutto sono gratis, no?
PS Dopotutto anche una pagina del mio blog è dedicata al sorriso 😉